Attività fisica

e vitalità dei mitocondri.

La relazione

fra attività fisica benessere individuale è stata messa a fuoco negli ultimi anni con numerosi studi scientifici che vanno dal miglioramento del metabolismo degli zuccheri, al miglior controllo del peso corporeo e alla riduzione del rischio cardiovascolare e della demenza. 

Mentre si pratica attività fisica, dalle cellule neuroendocrine, presenti nei muscoli, si liberano numerosi ormoni, fra cui i più importanti sono il GH (ormone della crescita) e il BDNF (Brain Nerve Growth Factor), ormone che nutre il cervello. 

In ambito oncologico, l’attività fisica ha assunto il ruolo di un farmaco, riducendo del 30 % le recidive in pazienti operate di tumore della mammella, come dimostrato da uno studio condotto all’Istituto Europeo di Oncologia.

Mitocondrio, mon amour.

Nessuno di questi studi, però, ha messo a fuoco l’importanza che assumono i mitocondri in questi risultati. Nel libro scritto con Pierangelo Garzia, Mitocondrio mon amour  (2015, UTET), nacque lo spunto grazie a un lavoro scientifico condotto negli stati uniti nel 2012 su 20 sessantenni.

Fu eseguita una biopsia sul muscolo quadricipite della coscia a questi soggetti, comparata con quella eseguita a 20 giovani, sportivi, volontari. Dalla biopsia si osservava che sia il DNA cellulare che il mitocondrio risultavano vecchi e con scarsa espressione genica.

Preciso che la sarcopenia, cioè la perdita di muscolo, inizia a quarant’anni e ad ogni cellula muscolare che muore si accompagna la morte delle migliaia di mitocondri il cui DNA, essendo estraneo al sistema immunitario, induce infiammazione.

La vecchiaia, quindi, consiste in perdita di muscolo e infiammazione silente, premessa a tutte le malattie.  

I soggetti sessantenni vennero allenati in pedana per 40 minuti, tre volte alla settimana, per una durata complessiva di sei mesi.

Alla fine, una nuova biopsia dimostrò che mentre la cellula muscolare era rimasta vecchia, l’espressione genica dei mitocondri era migliorata ed era sovrapponibile a quella dei soggetti giovani.

Un semplice esame.

Il mitocondrio è il batterio che, parecchi anni fa, si unì con la cellula eucariote dando vita, con la sua spinta energetica, sia al mondo vegetale che animale.

Nel nostro organismo, in tutti i tessuti, ci sono miliardi di mitocondri e in particolare nel cervello, nei muscoli e nel cuore.

Se volete sapere come è nutrito il vostro mitocondrio fate un semplice esame del sangue che dosa il coenzima Q10 e se quest’ultimo risulta basso potrete integrare con coenzima Q10 liposomiale oppure assumendo il CellFasting  della So Longevity oppure semplicemente del formaggio di capra ricco di idrossimetilbutirrato.

Grazie a So Longevity è inoltre possibile, da pochi mesi e per ora in uno studio controllato, eseguire un esame ematologico che valuta la vitalità del mitocondrio. I primi casi di long Covid  hanno evidenziato una scarsa vitalità dei mitocondri in questi soggetti vulnerabili e questo fenomeno spiega il perché dell’astenia, debilitazione e confusione mentale che tale virus induce.